Pesce d’aprile by Cesare Bocci & Daniela Spada

Pesce d’aprile by Cesare Bocci & Daniela Spada

autore:Cesare Bocci & Daniela Spada [Bocci, Cesare]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788820094614
editore: Sperling & Kupfer


Comunque, visto che avevo a disposizione almeno mezz’ora, tornai in reparto per sollecitare l’inizio delle terapie per Dany.

Aspettai in un angusto snodo tra il corridoio, le scale e l’ingresso, sorbendomi le proteste di tutti quelli che dovevano passare; ma non avevo alternative se volevo beccare un medico che mi ricevesse: la porta della loro sala era proprio lì di fronte.

Dopo un po’ arrivò una giovane dottoressa. L’avevo già vista altre volte al seguito del primario, però non le avevo mai parlato. Veniva dalla Sicilia. E, già solo per quello, mi stava simpatica. Non so perché, ma ho sempre avuto un legame fortissimo con quella terra. La scoprii con il teatro, nella mia prima tournée in giro per l’Italia; poi vi tornai grazie alla musica, come capo tecnico per diversi cantanti italiani; e, in ultimo, con Il commissario Montalbano. All’inizio la gente dell’isola è schiva, chiusa; è difficile entrare in confidenza con quelle persone, ma quando ci riesci sai che potrai contare su di loro per la vita.

La dottoressa mi fece sedere, scusandosi: il primario non c’era e dovevo parlare con lei. Le spiegai di trovare inaccettabile che Dany fosse lì da quasi tre settimane senza fare nulla. E le dissi anche che non era umano parcheggiare i pazienti in corridoio per ore, in attesa delle terapie.

«È per non farli impigrire a letto e…» tentò di giustificarsi, senza alcuna convinzione.

La guardai come a dire: «Non prendiamoci in giro».

«Lo so, è una minchiata! La verità è che non abbiamo personale per seguire i pazienti meno autonomi nelle ore di buco.»

Finalmente un po’ di sincerità. E così parlammo.

Tornai da Dany poco dopo. La vidi uscire dalla sala mensa seguita dalla carovana di carrozzine del gruppo dei compagnoni. Dietro di lei c’era il ragazzo toscano, quello magro magro, il più allegro di tutti: Marco. Non capivo cosa le stesse dicendo, ma Dany rideva di gusto. Era tanto tempo che non la vedevo così.

«Oh, è forte tua moglie. È proprio simpatica. E ha mangiato tutto: primo, secondo, contorno e dolce. Fa tutto schifo, eh… però dovevi vedere come mangiava!» mi disse prendendola in giro. E giù risate.

Marco fu un buon amico per Dany e per me, in tutto quel periodo. A vent’anni aveva perso l’uso delle gambe in un incidente d’auto. Nell’ultimo anno e mezzo aveva già fatto due cicli di tre mesi nella struttura, e avrebbe voluto farne un altro, e poi un altro ancora. Anche se non penso l’abbia mai ammesso, nemmeno a se stesso, sono convinto che fosse terrorizzato all’idea di dover uscire, tornare a casa e affrontare la vita «vera». Lì era uno come gli altri; anzi, era quello più simpatico, quello che tirava su tutti. Fuori sarebbe stato «il ragazzo in carrozzina, poverino».



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